Sabato 24 agosto a Mostar si tiene una delle tappe di tuffi "Red Bull Cliff Diving", che vedrà i migliori atleti del mondo lanciarsi nelle acque della Neretva dallo "Stari Most", il Ponte Vecchio. Si potrà seguire la diretta streaming su Red Bull Tv a partire dalle 14.30.
“Le probabilità che questi natanti respinti corrano il rischio di un naufragio sono altissime, ma non ci sarà nessuno che potrà raccontare l'agonia e la morte in mare di uomini, donne, bambini. Solo i pescatori ti vengono a dire, quando ne hanno voglia, che il mare ormai è fiorito di cadaveri, tanto per rubare un verso a Eschilo.” Sono parole di Andrea Camilleri, il grande scrittore al quale ieri è stato dato l’ultimo saluto, nel cimitero acattolico di Roma. Si direbbe scritte di recente, invece risalgono a 14 anni fa.
Il 26 giugno scorso la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa , Dunja Mijatović, nell'ambito della sessione estiva dell'Assemblea parlamentare tenutasi a Strasburgo, ha presentato la mostra “Srebrenica – Mothers’ long fight for justice”, accanto alle rappresentanti dell'Associazione delle Madri di Srebrenica e Žepa (Udruženje Pokret Majke enklave Srebrenica i Žepa ) e a Thomas Hammarberg, ex Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa.
Alle ore 15.00 di oggi la corte d’appello del Meccanismo residuale per i tribunali penali internazionali (MICT) ha dichiarato l'ex leader dei serbo-bosniaci durante il conflitto in Bosnia Erzegovina Radovan Karadžić colpevole di genocidio e crimini contro l'umanità condannandolo al carcere a vita. La sentenza è stata emessa da una corte formata da 5 giudici e presieduta da Vagn Prüsse Joensen.
“Klinac iz geta”, il ragazzo del ghetto, è il titolo della canzone scritta da David Dragičević e che ha accompagnato tutte le manifestazioni di protesta di chi chiedeva giustizia per la sua uccisione. La famiglia ha deciso di riesumarne il corpo e di portarlo via dalla Bosnia Erzegovina per seppellirlo in Austria.
Nella città di Sarajevo sotto assedio da quasi due anni, il 5 febbraio 1994 morirono 68 persone e 142 rimasero ferite. Sono i numeri della prima strage di Markale, il mercato coperto del centro di Sarajevo.
Oggi a Sarajevo è morto all’età di 71 anni Zdravko Grebo, intellettuale punto di riferimento fin dagli anni ‘90 dell’opposizione ai nazionalismi che portarono la ex Jugoslavia alla dissoluzione violenta. Docente di diritto all'Università di giurisprudenza di Sarajevo, nel 2002 fu uno dei primi firmatari dell’appello di Osservatorio Balcani “L’Europa oltre i confini”.
Il 28 gennaio 1994 tre giornalisti della Rai di Trieste, Marco Luchetta, Dario D'Angelo e Alessandro Ota erano arrivati Mostar est per realizzare un reportage sui bambini vittime della guerra in ex-Jugoslavia. Una granata li colpì davanti a un rifugio mentre intervenivano per salvare un bambino. Anche quest'anno si svolgerà a Mostar una commemorazione in loro ricordo.
Lo scorso 6 settembre 22 europarlamentari avevano presentato un'interrogazione rivolta alla Commissione europea sulla drammatica situazione dei migranti presenti sul territorio bosniaco e sulle violenze perpetrate dalla polizia croata. La risposta è arrivata due giorni fa.
Tra il 4 e il 5 agosto del 1995 iniziava l'azione militare “Oluja” (Tempesta) con cui l'esercito della Croazia riconquistava in due giorni le Krajine. Questo territorio era rimasto per quattro anni sotto controllo delle forze dei ribelli serbi. Un anniversario durante il quale prosegue una guerra con altri mezzi, a partire da celebrazioni e commemorazioni divise.